mercoledì 26 maggio 2010

LIBRI: LA VERITA' SUL 2012, NON CI CREDEVANO NEMMENO I MAYA

(NOTIZIARIO SCIENZA E TECNICA) (ANSA) - ROMA, 26 MAG - Mentre dilagano i dubbi su cosa potrebbe accadere il 21 dicembre 2012, dal web alla tv, ecco che forse arriva l'attesa risposta: nemmeno gli stessi Maya consideravano la data cosi' funesta. A fugare ogni timore e' il libro di Walter Ferreri, astronomo dell'Osservatorio di Torino dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) 'La verita' sul 2012' (edizioni La Zisa, 122 pagine).
Ferreri affronta tutti i temi circolanti attorno alla fatidica data, smontandoli a uno a uno con gli strumenti della scienza e con richiami al buon senso. I Maya, spiega l'autore, della data ne parlano in un'unica stele, trovata nello Stato messicano del Tabasco, ma vi fanno riferimento semplicemente come alla fine di un periodo, come per noi il 31 dicembre e' la fine di un anno. Non lo interpretavano, dunque, in senso negativo, ne' tantomeno come la fine del mondo. Addirittura, aggiunge l'autore, in un'altra stele dei Maya si fa riferimento alla celebrazione dell'anniversario dell'ascesa al trono del re Pacal, previsto per il nostro anno 4000 o giu' di li', ipotesi che conferma la continuita' del calendario.
La fine del mondo, commenta Ferreri, 'e' gia' stata predetta piu' volte e ogni volta chi l'ha profetizzata e' stato clamorosamente smentito. Nel 2012 non ci sara' nemmeno l'allineamento dei pianeti, tanto caro ad alcuni: anzi, saranno molto sparsi. E non e' previsto alcun avvenimento astronomico particolare, strano o insolito, se non il passaggio di Venere davanti al Sole, che si verifichera' pero' il 6 giugno, e non sara' altro che un bello spettacolo'.
L'unico dubbio forse arriva dagli asteroidi: c'e' una remota possibilita' che Apophis possa colpirci, spiega l'astrofisico, autore della scoperta di almeno 40 asteroidi, 'ma stiamo comunque parlando del 2036'. Comunque, aggiunge, 'si tratta di un oggetto molto piccolo che, nel caso estremamente improbabile dovesse impattare la Terra (meno di una probabilita' su centomila), farebbe un danno in una regione molto circoscritta, pari a circa un centesimo della superficie italiana'.
Per l'autore non c'e' da preoccuparsi neppure per il massimo di attivita' solare atteso nel 2012, con eruzioni solari e tempeste magnetiche minacciose per i nostri mezzi di comunicazione: i catastrofisti sono stati smentiti anche su questo, perche' il Sole, particolarmente 'pigro' negli ultimi mesi, ha rallentato il ritmo del suo ciclo. Di conseguenza ora il massimo solare e' previsto nel 2013.(ANSA).

lunedì 24 maggio 2010

Recensione del volume di Bruno Rondini, “Voci e presenze” (Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 9,90)



“IL FIGLIO ORFANO DELLO SQUADRISTA”
Recensione del volume di Bruno Rondini, “Voci e presenze” (Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 9,90)
di Amelia Crisantino (La Repubblica, 23 maggio 2010)

IN VOCI E PRESENZE Bruno Rondini ripercorre la propria storia, provando a mettere in fila i tanti incontri e le scelte che alla fine hanno strutturato la sua personalità. L'autobiografia mantiene sempre il tono lieve e saggio di chi si sente in pace col mondo, i protagonisti animano minime vicende dove tutto sembra degno d'essere annotato. «Nacqui con un bombolone in testa» esordisce Rondini, figlio di quelli che definisce due giovani scapestrati. La madre era stata sorpresa dalle doglie in una sala da ballo, il padre aveva ereditato il posto di dipendente Shell dal suo politicizzato genitore, che era squadrista fascista. L'infanzia del piccolo Bruno trascorre serena, sino al giorno in cui il padre perde la vita in un incidente con la moto. La spensieratezza diventerà solo un ricordo, le persone e le cose si arricchiscono di nuovi significati.
Adesso il bambino dolorosamente conosce quanto le certezze siano fragili, diventerà adulto mentre i particolari si incidono nella sua memoria. Dall'infanzia emerge il vissuto comune a tutta una generazione, quella dei cinquantenni di oggi, che per ultimi hanno vissuto in un'Italia premoderna. E forse riconoscono la piccola merceria descritta da Rondini: dove una vecchina vendeva tutto il necessario per la scuola, e anche dei pesciolini di liquerizia, «con dieci lire se ne comperavano dieci». E si poteva anche comprare «un panino con una tavoletta di cioccolata, con sole dieci lire!».

mercoledì 19 maggio 2010

Le Edizioni La Zisa aderiscono all’associazione Libera di don Luigi Ciotti


Palermo, 19 maggio 2010 – La società cooperativa La Zisa Comnunicazione, proprietaria del marchio Edizioni La Zisa, aderisce all’associazione Libera di don Luigi Ciotti. «E’ una scelta che abbiamo compiuto con grande convinzione ed entusiasmo – scrivono in un nota i soci della cooperativa – riconoscendo il valore del prezioso lavoro svolto in questi anni da Libera in tutte le sue realtà e che si situa in perfetta continuità con quella di aderire, fin dalla costituzione della nostra cooperativa, ad Addipizzo e alle sue campagne per la liberazione delle forze sane e produttive della nostra regione dal ricatto e dall’oppressione delle mafie. Tutte le nostre pubblicazioni recano, infatti, sulla quarta di copertina la dizione PRODOTTO PIZZOFREE. Una scelta che non sempre incontra l’apprezzamento di alcuni operatori del mondo editoriale, ma sulla quale non intendiamo recedere di un solo passo».

(L’addetto stampa: Davide Romano
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martedì 18 maggio 2010

Le Edizioni La Zisa e la bufala del 2012. Poi non dite che nessuno vi aveva avvertito!




di PIERO BIANUCCI (La Stampa, 18/05/2010)

Da sempre il tema della fine del mondo terrorizza e affascina l’uomo. Ne parlano gli antichi testi sacri di varie religioni, i movimenti millenaristi (ma quella della paura dell’Anno Mille è una leggenda, un falso storico: all’epoca ben pochi sapevano in che anno si viveva), numerosi pseudo-profeti relativamente recenti come William Miller (1782-1849), i Testimoni di Geova (che però da qualche decennio hanno rinunciato a precisare date). Insomma, le apocalissi annunciate si sprecano. Persino Isaac Newton cercò di stabilire la data della fine del mondo: analizzando il testo biblico del profeta Daniele giunse a identificare l’anno 2060. Previsione allarmante per i più giovani, per altri, come chi scrive, tutto sommato rassicurante.

Newton però, oltre che grande scienziato, fu un teologo coltissimo, e credeva profondamente nella Scrittura. La sua previsione dunque è giustificata dalla buona fede. Ben diversa è la storia di previsioni più recenti, l’ultima delle quali fissa la fine del mondo al 21 dicembre 2012. In queste previsioni probabilmente non crede neppure chi le fa, e tanto meno chi ci specula sopra per far denaro con Dvd, libri pieni di falsità, programmi tv che vogliono scoprire misteri dove invece non c’è altro che ignoranza. Per fortuna qualcuno ha pensato di smontare la speculazione pezzo per pezzo. L’ha fatto Walter Ferreri con il suo libro fresco di stampa “La verità sul 2012” (La Zisa Editore, 122 pagine, 8,90 euro), una lettura non solo interessante ma anche divertente per lo humour che affiora tra le righe: l’ironia nasce spontaneamente per contrasto quando si esamina con argomenti seri una tesi invece di serio ha ben poco.

Astronomo all’Osservatorio di Torino, scopritore di numerosi asteroidi e fondatore della rivista che state leggendo, Ferreri parte dall’origine della favola della fine del mondo nel 2012. Il responsabile è il romanziere Frank Waters, che nel 1976 dedicò qualche pagina del libro “Mexico Mystique” al fatto che secondo il calendario dei Maya stava per concludersi un ciclo chiamato baktun 13. Senza entrare in particolari che il lettore troverà nel libro di Ferreri, basta ricordare che quell’antica popolazione americana contava il tempo in cicli: su scala breve utilizzava periodi di 20 e di 360 giorni, su scala più lunga adottava un ciclo di 7200 giorni e uno di 144 mila, detto baktun. Tredici baktun costituivano il Grande Ciclo, pari a 5125 anni. La credenza era che, terminato un Grande Ciclo, ci fosse una sorta di azzeramento del mondo, al quale sarebbe seguito un radicale rinnovamento. Poiché il Grande Ciclo in corso sarebbe iniziato l’11 agosto del 3114 avanti Cristo, saremmo ora prossimi al suo termine, che avverrebbe per l’appunto il 21 dicembre 2012. Questa indicazione fu poi ripresa in libri di altri autori e il mito della imminente fine del mondo è montato come la panna, arricchendosi di presunte motivazioni scientifiche e altrettanto dubbie previsioni che si vorrebbero concordanti con quella del calendario Maya, dalle profezie di Nostradamus a quelle di San Malachia. I temi scientifici tirati in ballo per supportare la catastrofe del 2012 sono molti: rallentamento della Terra, inversione del campo magnetico, orientamento dell’asse terrestre, allineamento dei pianeti o del Sole con il centro galattico, tempeste solari, impatto con il fantomatico pianeta Nibiru, una cometa o un asteroide, transito di Venere davanti al Sole in un anno bisestile. Questi argomenti offrono a Ferreri l’occasione per fare il punto sui fenomeni a cui si riferiscono, cosa senza dubbio istruttiva. Come effetto collaterale, il vaticinio del 2012 ne esce a pezzi, sepolto da una risata.

E’ chiaro che l’effetto sulla Terra di allineamenti planetari o galattici o transito di Venere è zero, mentre il pianeta Nibiru semplicemente non esiste. E’ curioso però ricordare che nel 2012 non ci sarà alcun allineamento di pianeti, e che in ogni caso il miglior allineamento ha un effetto mareale sulla Terra 14 mila volte inferiore a quello prodotto dalla Luna.

Certo, alcuni rischi esistono, ma non cambiano nel 2012 né in meglio né in peggio: impatto di comete, esplosione di supernove nei dintorni del Sole. Ma si tratta di rischi assolutamente minimi. Per comete e asteroidi minacciosi, inoltre, sarebbe già possibile preparare una difesa tecnologica. E stelle che possano esplodere come supernove a piccola distanza da noi fortunatamente non ce ne sono. L’apocalisse, insomma, è rinviata sine die. Con buona pace di Roberto Giacobbo, gran maestro di bufale scientifiche con la sua trasmissione “Voyager”. Ma lui i libri sul 2012 li ha già venduti, e in più è pure diventato vicedirettore di Rai2.

venerdì 14 maggio 2010

Edizioni La Zisa: da più di vent'anni editori per passione!



La società è stata costituita a Palermo nel 1988, nel periodo di maggior vigore culturale dalla fine degli anni Sessanta in poi. L’intento iniziale dei soci fondatori era quello di recuperare e rendere nuovamente fruibili testi di autori siciliani che avevano avuto una eco nazionale e internazionale, e insieme ad essi di autori stranieri che si erano cimentati su argomenti e vicende siciliane. Vi era, in questo proposito, l’esigenza di riannodare alcuni fili di una presenza meno angusta e provinciale dell’isola, che un certo sicilianismo deteriore aveva spezzato facendola apparire come un corpo separato dal contesto nazionale, europeo e mondiale. Successivamente furono pubblicati alcuni volumi sul fenomeno mafioso cercando di fornire chiavi di lettura inusuali e scientificamente valide, in particolare si ricorda la pubblicazione dell’inedita relazione sulla mafia del corleonese presentata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa alla Commissione nazionale antimafia, che diede una certa notorietà anche in ambito nazionale alla nascente casa editrice. A metà degli anni Novanta l’attività editoriale riscontrò anche il plauso e l’incoraggiamento degli ambienti accademici palermitani, che si tradussero nella pubblicazione di alcuni volumi di affermati studiosi delle diverse discipline. Furono pertanto elaborate nuove collane di storia, sociologia, antropologia, architettura, critica letteraria, economia. Tra gli autori vanno segnalati: l’archeologo Vincenzo Tusa, lo storico Antonio Jannazzo, i sociologi Mario Grasso e Alessandra Dino, l’architetto Giuseppe Esposito Sebbene le Edizioni La Zisa abbiano privilegiato la saggistica, non di rado hanno rivolto il loro interesse alla narrativa, sebbene non siano sempre riusciti a mantenere un livello quanto meno medio-alto della loro offerta culturale. Agli inizi del 2000, alcune difficoltà economiche, dovute in massima parte al fallimento di alcune società di distribuzione, la ristrettezza del mercato siciliano, ed una certa stanchezza dei soci nel continuare una impresa che non riusciva a dare i frutti sperati, hanno posto la parola fine, dopo diciotto anni di attività, ad una esperienza editoriale che pure era riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo librario siciliano e nazionale. La società veniva pertanto messa in liquidazione e il suo patrimonio veniva ceduto ad un nuovo gruppo disponibile a raccoglierne l’eredità e a perpetuare e incrementare i programmi e gli intendimenti del marchio La Zisa.
In questi ultimi anni, la società cooperativa La Zisa Comunicazione ha continuato l’avventura editoriale già intrapresa dai fondatori, riscuotendo un buon successo con alcune pubblicazioni come il saggio del giornalista del Sole24Ore, Nino Amadore, “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia”; il dizionario “Le parole della mafia”, la relazione della Commissione parlamentare Antimafia sulla ‘ndrangheta o, ancora, le recenti pubblicazioni di Pompeo Colajanni - Le cospirazioni parallele - e di Girolamo Li Causi -Terra di frontiera- con la prefazione di Oliviero Di Liberto. La Casa Editrice La Zisa si è quindi affermata come tra le più significative realtà editoriali in Sicilia e nello stesso tempo si è affacciata con forza anche sul mercato nazionale ed internazionale attraverso una nuova rete di distribuzione con depositi in molte regioni d’Italia e all’estero.
La casa editrice aderisce e collabora con le associazioni “Addiopizzo” e “Libera” per la divulgazione del binomio sviluppo e legalità quale unico mezzo per contrastare la mentalità mafiosa che da troppo tempo soffoca l’ economia siciliana.

giovedì 13 maggio 2010

Palermo 14 maggio, Cristina Bobbio presenta "Papagena, zuccherino mio. Guida semiseria ai libretti d’opera", ed. La Zisa



Palermo, 13 maggio - Verrà presentato domani, alle ore 11, presso il Conservatorio di Musica di Stato "Vincenso Bellini", di via Squarcialupo 45, a Palermo, il volume “Papagena, zuccherino mio. Guida semiseria ai libretti d’opera” (ed. La Zisa) di Cristina Bobbio. Ne parleranno con l'autrice il giornalista Davide Romano e la professoressa Maria Grillo.

IL LIBRO: Leggere i libretti d’opera, prima di entrare in teatro, può risultare un’impresa ostica e noiosa. Addirittura può suscitare reazioni opposte a quelle immaginate dagli autori, come scoppi prolungati di ilarità su personaggi e situazioni che, al contrario, dovrebbero ispirare la più viva commozione. Anche le storie che vi si raccontano sono spesso troppo ingenue, per tacere della psicologia dei personaggi, non di rado confusa e approssimativa. Ma la magia coinvolgente dell’opera lirica non si spieghe rebbe, se non tenessimo conto della musica che accompagna il canto dei protagonisti.
Il libro di Cristina Bobbio affronta con leggerezza ed ironia i testi dei libretti, rilevandone le incongruità e accentuando nel contempo gli aspetti peculiari del melodramma, gli stessi che continuano ad appassionare milioni di cultori in tutte le parti del mondo.

L'AUTRICE: Cristina Bobbio, genovese di nascita, ha collaborato alla rivista Urbs, Silva et Flumen dell’Accademia Urbense di Ovada (Alessandria) con articoli su Emanuele Borgatta, pianista e autore melodrammatico del primo Ottocento. Sulla stessa rivista è comparso un suo studio dedicato alla storia del teatro lirico di provincia. Ha pubblicato il romanzo breve “Tina e lo straniero, sei storie genovesi”, Genova, 2008.

lunedì 10 maggio 2010

Palermo 14/05, Si presenta il romanzo "La notte sognavamo Brigitte Bardot" di Manlio Elio Massara (Edizioni La Zisa)







Presentazione del romanzo “La notte sognavamo Brigitte Bardot” di Manlio Elio Massara (Edizioni la Zisa), venerdì 14 maggio 2010, alle ore 18, presso il Kursaal Kalhesa - foro Umberto I n. 21, a Palermo. Interverranno: Pino Apprendi, Matilde Contino Vaccaro, Adriana Falsone, Agata Sciolino. Sarà presente l’autore

IL LIBRO: Manlio Elio Massara, “La notte sognavamo Brigitte Bardot”, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 9,90

Manlio Elio Massara esordisce con questa opera prima, offrendoci la sua personale esperienza, comune ai giovani borghesi non politicizzati formatisi negli anni Sessanta e i cui sogni notturni erano abitati dalla visione dell’attrice francese Brigitte Bardot. Lungo il filo della memoria, attraverso lettere autentiche – nel modo in cui allora si comunicava con gli amici al posto degli odierni striminziti SMS – conservate e ritrovate per caso, ripercorre episodi autobiografici in uno stile scorrevole, gradevole da gustare, in cui talvolta traspare la sua profonda sicilianità.

L'AUTORE: Manlio Elio Massara nasce a Palermo il 14 giugno del 1945. Nel 1966 prende il diploma di Geometra e nel 1967 entra alla Olivetti nel settore commerciale. Nel 1972, insieme alla moglie Franca, intraprende l’attività d’imprenditore, sempre in collaborazione con Olivetti. Attività che mantiene sino ai nostri giorni.

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giovedì 6 maggio 2010

IL MISTERO DELLA SANTUZZA: UN DETECTIVE INDAGA SULLA VERGINE EREMITA


Repubblica — 28 marzo 2010


Da lungo tempo desideravo visitare quel remoto monte. Lì mi spingeva la mia curiosità di speleologo ma ancor più l' inquietudine del viaggiatore, la mia irriducibile smania di cacciatore di epos. Mi spingeva a quel luogo soprattutto un nome dai mitici contorni: Rosalia Sinibaldi, una bellissima fanciulla vissuta forse in epoca normanna, meglio conosciuta in Sicilia e nel mondo come santa Rosalia. Alla Serra Quisquina, raccontava una delle tante storie fiorite sulla Santuzza, la Vergine romita aveva vissuto una lunga parte della sua breve vita, forse dodici anni, in solitario eremitaggio prima di trasferirsi sul più celebre Monte Pellegrino. Alla Quisquina Rosalia sarebbe giunta dopo essere fuggita dalla reggia normanna e dalla sua famiglia che la voleva sposa di un nobile cavaliere e qui, in una piccola grotta, la giovane avrebbe trovato pace e rifugio, l' intimità spirituale con l' Infinito. La grotta della Santa, come sapevo, non era di grande rilevanza naturalistica; pochi metri appena di lunghezza. Pochi metri però fatti di pietre che videro grandi e miracolose cose, che trasudavano emozioni profonde e non solo algida umidità. Mi attraeva in particolare una iscrizione graffita dalla stessa Rosalia nella parte iniziale della grotta; una sorta di messaggio ai posteri, avventurosamente scoperto nel ' 600, da cui fu possibile ricostruire parte della vita della misteriosa Santa... (Incipit libro Giancarlo Santi, Ego Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura, 442 pagine, La Zisa edizioni, 25 euro) Giancarlo Santi è un giornalista pubblicistae speleologo dilettante, un devoto di santa Rosalia che con grande pazienza e spirito da detective comincia a indagare su alcuni fatti accaduti in una grotta alla Quisquina nel 1624. Il risultato è un libro - Ergo Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura - a tratti ingenuo ma sempre intrigante, tutto giocato sul rigoroso montaggio degli elementi probatori. È l' estate del 1624, la pestilenza terrorizza Palermo e la città cerca rifugio nei suoi celesti protettori. Sino a quel momento santa Rosalia era stata una delle nebulose figure che affollavano il pantheon cittadino: il suo rifugio in una grotta la collegava ad antichissimi culti che negli stessi luoghi avevano onorato la Grande Madre, Rosalia è «una sorta di rupestre Deus Loci, una divinità ctonia sfuggente e misteriosa». Per la prima volta si manifesta in sogno alla moribonda Girolama Lo Gatto, promettendole la guarigione se avesse pronunciato il voto di recarsi sul monte Pellegrino. La donna promette. Subito guarisce e quasi dimentica l' impegno, finisce per recarsi sul monte alcuni mesi dopo. Ma Rosalia continua a darle indicazioni in sogno, permettendole di guidare gli scavatori che il 15 luglio trovano un agglomerato d' ossa all' interno di una massa di calcite. L' epidemia continua a seguire il suo corso, anche se la tradizione ascrive alla nuova santa il merito di avere debellato la peste. Quaranta giorni dopo, mentre a Bivona una drammatica processione invoca l' aiuto divino, nei boschi della Quisquina due muratori palermitani scoprono un' iscrizione in una grotta. Comincia: «Ego Rosalia Sinibaldi...». Lettere incise nella roccia e subito presentate come la prova dell' esistenza terrena di Rosalia e delle sue nobiliari ascendenze: è una Sinibaldi imparentata con gli Altavilla, discendente addirittura da Carlo Magno. L' iscrizione sapeva di umana vanità e il messaggio celebrava il proprio casato, senza contare che la forma delle lettere era contemporanea invece che normanna. In breve suscitò molti dubbi. Tutti doverosamente rintuzzati dal gesuita padre Cascini, definito dai contemporanei «tromba d' oro della gloria di santa Rosalia». Giancarlo Santi si confronta con la bibliografia accumulata negli ultimi anni, ma nessuno ha messo in primo piano l' iscrizione della Quisquina: va quindi a ritroso, arriva ai protagonisti e alle loro ragioni attraverso le convulse vicende della città impaurita. La storia di Rosalia in fondo vede all' opera pochi personaggi, che non perdono mai di vista il proprio interesse. Trattandosi di una vicenda così lontana nel tempo, lo scrittore-detective adopera i testi secenteschi alla stregua di «testimonianze giudiziarie da mettere a confronto per scoprirvi eventuali incongruenze». Ed è inevitabile che trovi aiuto e conforto nella filologia. Insegue varianti, contraddizioni e rifacimenti testuali, arriva a un antico manoscritto conservato presso la Biblioteca comunale di Palermo. Fra le sue polverose pagine trova le dimenticate «tessere centrali del complesso mosaico»: sono le dichiarazioni rese nel 1642 da dodici abitanti di Santo Stefano di Quisquina testimoni del rinvenimento, adesso riportate in appendice a Ego Rosalia. Quasi suo malgrado, nell' andarea ritroso lo scrittore-detective scopre vistose incongruenze che rischiano di annullare le certezze esibite da padre Cascini. Manca infatti la testimonianza principale, quella dei due muratori palermitani: solo uno dei testimoni era presente al momento della scoperta, gli altri parlano per sentito dire. In pratica, l' unica prova dell' esistenza terrena di santa Rosalia si deve a un non meglio qualificato mastro Francesco Cattano. Sembra di essere di fronte a un falso, un particolare però disturba la logica concatenazione delle ipotesi: tutti concordano che l' iscrizione risalta su una parete di muschio, «lippo antichissimo per l' umidità». Gli eventuali falsificatori avevano lavorato sopra quella patina vegetale, senza distruggerla: ma il continuo rimarcarne l' esistenza ci mostra la sua natura posticcia di trovata teatrale, osservata da vicino l' iscrizione ci riporta all' estetica della meraviglia praticata dal barocco teatro gesuitico. E probabilmente il «lippo antichissimo» si limitava a incorniciare l' iscrizione, che se ricoperta in maniera uniforme nemmeno sarebbe stata notata. L' andare a ritroso, la tecnica indiziaria serve a Giancarlo Santi anche per ricostruire la vivace competizione fra gli Ordini religiosi e la diffusa disponibilità a costruire falsi storici.I benedettini edificano fragili castelli di congetture per dimostrare che Rosalia era stata nel loro Ordine, le basiliane producono documenti che la fanno monaca basiliana. Da parte sua padre Cascini è gesuita: invece di spedirla dritta a giustificarsi con l' Inquisizione, accoglie le rivelazioni della terziaria benedettina suor Maria Roccaforte che sostiene di avere quotidiani colloqui con lo spirito di Rosalia. È padre Cascini a ratificare la genealogia nobiliare della nuova santa, eremita ma di stirpe reale. Una santa per il popolo, ma pronta a rassicurare anche i re.

AMELIA CRISANTINO

lunedì 3 maggio 2010

Palermo 7 maggio, Presentazione del libro di poesie "Luce dei miei occhi" di Giovanni Zito (Ed. La Zisa)




Le Edizioni La Zisa hanno il piacere di invitare la S.V. alla presentazione del libro di poesie
“Luce dei miei occhi” di Giovanni Zito, Edizioni La Zisa (http://www.lazisa.it/), che avrà luogo venerdì 7 maggio 2010, alle ore 18, presso il Kursaal Kalhesa - foro Umberto I n. 21, a Palermo.
Interverranno: Giampiero Cinque, Vito Di Franco, Alessia Franco, Vincenzo La Bella, Vincenzo Musso, e Giovanni Tranchina. Sarà presente l’autore

Il LIBRO: «Vivere, amore e solitudine sono le parole che tornano più spesso in questa esile raccolta di versi. Non che la contabilità lessicale di per sé significhi qualcosa. È certo, però, che il linguaggio scritto custodisce le tracce di un linguaggio interiore ambivalente e perciò rivela almeno una parte della fisionomia mentale di chi lo usa».
«Ebbene, nel linguaggio poetico di Zito c’è un refrain che monta, si ritrae, sussurra e poi grida, ma finisce sempre per ritornare: il contrasto tra volo e caduta, speranza e pianto, resurrezione e resa» (Dalla prefazione di Giampiero Cinque)

L’AUTORE: Giovanni Zito (Palermo, 1964) laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche, è dipendente dell'Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Giurisprudenza presso il Dipartimento di Scienze Penalistiche, Processualpenalistiche e Criminologia. Questo è il suo primo libro.

I diritti d’autore del volume verranno devoluti al Centro di riferimento regionale per le malattie del Motoneurone – Sla Palermo.

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domenica 2 maggio 2010

Un «miscelino» per Rosaria Priolo (Edizioni La Zisa)



Domani all'Ars il libro di Infuso sulla moglie sindacalista morta nel 2008

La Sicilia - Giovedì 29 Aprile 2010

Rosaria Priolo e Sergio Infuso, due comunisti e militanti autentici, sindacalisti impegnati solo per il bene dei lavoratori, due figure che oggi fanno arrossire i pallidi dirigenti di partito che gestiscono potere e che non sanno più cosa sia il contatto con la gente. Due personaggi di razza del mondo lavorativo che fusero le loro vite nell'amore e nella militanza e che si gettarono nella mischia di una città arretrata, provinciale, succube della mafia e delle correnti politiche. Rosaria innestò fra le lavoratrici delle aziende tessili i diritti e il femminismo, la dignità di donna contro i soprusi del padrone che oggi si chiamano «mobbing», «stalking», molestie sessuali. Rosaria ha salvato tante vite, ha favorito il sano sviluppo di molte famiglie, è stata una delle più accanite animatrici del Pci perchè ci credeva davvero, si è battuta con unghie e denti nel periodo della crisi e chiusura delle fabbriche palermitane; ed è stata una grande madre. Sergio ha creato il Comitato per la pace e i diritti dei quartieri Noce e zisa unendo quelli del rione, cattolici e comunisti, preti e politici, per dargli la dignità di quartiere nella città e non più villaggio isolato, valorizzando l'Aiuto materno (che poi la malapolitica e gli affari hanno smantellato), e le tante personalità che si impegnano per i più deboli e per il riscatto sociale.
Poi il buio. Rosaria viene strappata giovanissima dalla morte, nel 2008, uccisa dall'amianto. Sergio, distrutto dalla tragedia, oggi vive per i figli, il comitato e altre iniziative sociali. Ha deciso di riaccendere la luce con un atto di immenso coraggio: ha scritto un libro, «Un miscelino per Rosa», dove ci offre la loro storia d'amore, la lotta contro la malattia, il rapporto fra il loro impegno civile, politico e sindacale e l'evoluzione (o involuzione) di questa città negli ultimi quarant'anni. L'imperdibile testimonianza sarà presentata domani alle 17 presso la Sala gialla dell'Ars, dallo stesso Infuso, con proiezione del video di Giovanni Basile e Marcello Fiorani e interventi del presidente dell'Ars Francesco Cascio, di Leoluca Orlando, Rita Borsellino, Pino Apprendi, Vincenzo Consolo e Italo Tripi.
(michele guccione)

Per le Edizioni La Zisa Alessia Cannizzaro mette a «nudo» le escort



La Sicilia - Giovedì 15 Aprile 2010

Una città a luci rosse annidata tra le pieghe di un perbenismo di facciata. Palermo è anche questo. E a svelarne il suo lato oscuro è Chiara (o almeno così dice di farsi chiamare), una escort palermitana che da anni lavora proprio nella sua città. Sesso a pagamento, in casa o in trasferta, appartamenti di lusso come alcove, o hotel fuori porta. Tra i suoi clienti politici, avvocati, professionisti in genere, tutta gente della «Palermo bene». Chiara ci racconta, senza falsi pudori, vizi e virtù di una città sommersa, conditi da particolari piccanti e non sempre prevedibili. Autrice di questo libro-verità dal titolo «Buttana di lusso-Confessioni di una escort» (Edizioni La zisa) è la giornalista palermitana Alessia Cannizzaro che ha messo insieme nella sua opera il materiale di un'inchiesta realizzato per un quotidiano locale sulla Palermo a luci rosse. Il libro sarà presentato presso la Mondadori Multicenter di via Ruggero Settimo il 7 maggio alle ore 18.
«Ufficialmente si chiamano escort, ovvero accompagnatrici per uomini d'affari in viaggio, che non potendosi portare la moglie o la compagna, affittano una ragazza per affrontare in maniera più piacevole le noiose cene di lavoro e trascorrere in dolce compagnia anche il dopocena - scrive la Cannizzaro -. Esistono decine e decine di agenzie, soprattutto online, che propongono gentil donzelle per tutti i gusti, ma cosa ancora più interessante, anche per tutte le tasche. Navigando tra i vari siti ci si rende subito conto però che le escort tutto sono tranne che semplici accompagnatrici». Ed ancora: «Le foto, quasi tutte in desabbillé, mostrano donne dalle curve generose che poco lasciano all'immaginazione. E i messaggi lasciati dalle dirette interessate sono a dir poco inequivocabili. L'offerta è sì di trascorrere una piacevole serata, ma a casa o in albergo, ovvero in luoghi chiusi e lontani da occhi indiscreti. Nessun riferimento, invece, alle eventuali cene di lavoro per cui in teoria dovrebbero essere assoldate. Offrono servizi "particolari" in cui la trasgressione è la parola d'ordine. In altre parole, se siete stanchi della solita routine e volete provare qualcosa di diverso, inventate una cena di lavoro e noleggiate una escort, per un'ora o per tutta la notte, a seconda delle vostre esigenze...».

mercoledì 28 aprile 2010

Palermo 30 aprile, Presentazione del libro "Un Miscelino per Rosa. Storia d'amore e di passioni" di Sergio C. Infuso, Edizioni La Zisa


Venerdì 30 aprile 2010 - ore 17.00 -
Sala Gialla Palazzo dei Normanni
a Palermo


presentazione del libro:
Un Miscelino per Rosa
(Storia d’amore e di passioni)
di Sergio Infuso


Edizioni La Zisa
(http://www.lazisa.it/)

Proiezione del video “Un Miscelino per Rosa”
di Gianni Basile e Marcello Fioriani

Saluti dal Presidente dell’ARS Francesco Cascio
Interventi di Pino Apprendi - Rita Borsellino - Vincenzo Consolo - Leoluca Orlando - Italo Tripi
Modera: Marco Pomar
Interviene l’autore

Sergio Cristoforo Infuso, "Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Janne Vibaek Pasqualisno, Introduzione di Rosario Mancino, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90


“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.


Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

lunedì 26 aprile 2010

“BUTTANE DI LUSSO” di ANTONELLA SCANDONE (Repubblica — 25 aprile 2010)



QUANDO la cronaca, come oramai accade sempre più spesso, entra nelle alcove di politici e personaggi famosi, ciò che più di tutto suscita i commenti, sono le ragguardevoli cifre, a parecchi zero, che questi signori sono disposti a spendere per farsi accompagnare ad una cena da una bella donna e poi, ma a volte questo è marginale, portarsela a letto. Giudizi di tipo economico, dunque, più che morale, sembrano accompagnare il mondo a luci rosse dei frequentatori delle escort. Mondo fatto di trasgressioni a cinque stelle, come è raccontato, in prima persona da Chiara, studentessa palermitana approdata nel neppure tanto sommerso universo delle accompagnatrici a pagamento, e raccolto dalla giornalista Alessia Cannizzaro in questo “Buttana di lusso. Confessioni di una escort” (pubblicato dalle Edizioni La Zisa). Dalla prima volta a pagamento, all' ipocrisia di una nobiltà perversa e perbenista; dai giovani rampanti alla ricerca di emozioni forti che li distolgano dal vuoto pneumatico delle loro vite interiori, alle stanze del potere che nascondono una vasta gamma di vizi privati, Chiara sembra muoversi senza alcuna esitazione di tipo morale, guidata solo dalla prospettiva di lauti guadagni, anche oltre i centomila euro annui, mentre, con lucidità manageriale, progetta un massimo di cinque anni di attività per poi convertirsi alla normalità di un lavoro da psicologa ed all' amore di un uomo. Niente di nuovo sotto il sole, dunque, per il mestiere più antico del mondo, se non la possibilità di poter usufruire di una vetrina planetaria come Internet, ideale per moltiplicare e facilitare i contatti.

Alessia Cannizzaro, "Buttana di lusso. Confessioni di una escort", Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 9,90

martedì 20 aprile 2010

INVITO - Palermo 23 aprile, Presentazione silloge poesie "Foto senza cornici" (Ed. La Zisa) di Lorenzo Avola

Le Edizioni La Zisa hanno il piacere di invitare la S.V.
alla presentazione della silloge di poesie
"Foto senza cornici"
di Lorenzo Avola

che avrà luogo venerdì 23 Aprile, alle ore 18, nell’aula magna della residenza universitaria “Segesta” di via Gaetano Daita n. 11, a Palermo.

Modererà: Davide Romano, giornalista.

Introdurrà: Marcello Pinzarrone, direttore della residenza universitaria “Segesta”.

Interverrà: Ettore Aronadio, vicepreside del centro scolastico “Altavilla”.

Sarà presente l’autore.

(…) “Lorenzo, si espone e si dona con quella generosità ottimista e affettuosa che riconosceranno non solo le persone che, a vario titolo e con vari ruoli, vivono e lavorano con lui, ma anche un lettore occasionale che si imbatta nelle sue cose, nelle sue visioni, nella sua amatissima terra. La generosità di chi apprezza il sacrificio e l'amore, ma lotta perché non ogni sacrificio e non tutto l'amore debbano sempre diventare ineluttabile martirio. E questo si chiama speranza”. (dalla Prefazione di Roberto Oddo)

Lorenzo Avola è nato e vive a Palermo dove sta conseguendo la laurea in lettere classiche. Nel 2007 ha vinto il premio speciale Le nuove voci della poesia del Premio internazionale “Nicola Mirto”. È attivo nel mondo del volontariato e organizza incontri a scopo educativo e formativo per il centro culturale “Sant’Eugenio” della sua città. Collabora con il sito internet www.cogitoetvolo.it per il quale si occupa prevalentemente di tematiche di bioetica ed attualità. Questo è il suo primo libro.

Residenza Universitaria “Segesta” Via Gaetano Daita, 11 – 90139 Palermo tel. 091 323552 – fax +39 091 6118293

Ufficio Stampa "Edizioni La Zisa"via Francesco Guardione n. 5/E, 90139 - PalermoTel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870cell. +39 328 4728708, e-mail: presidente@lazisa.itstampa@lazisa.it - http://www.lazisa.it/

martedì 13 aprile 2010

Invito: Infuso - Un Miscelino per Rosa - Palazzo dei Normanni - 30 aprile 2010


Venerdì 30 aprile 2010 - ore 17.00 -
Sala Gialla Palazzo dei Normanni
a Palermo


presentazione del libro:

Un Miscelino per Rosa
(Storia d’amore e di passioni)

di Sergio Infuso


Edizioni La Zisa
(http://www.lazisa.it/)

Proiezione del video “Un Miscelino per Rosa”
di Gianni Basile e Marcello Fioriani

Saluti dal Presidente dell’ARS Francesco Cascio


Interventi: Pino Apprendi - Rita Borsellino - Vincenzo Consolo - Leoluca Orlando - Italo Tripi
Modera: Marco Pomar
Interviene l’autore

Sergio Cristoforo Infuso, "Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Janne Vibaek Pasqualisno, Introduzione di Rosario Mancino, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90


“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.


Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

giovedì 8 aprile 2010

INVITO - Palermo 10 aprile, Presentazione silloge poesie "Foto senza cornici" (Ed. La Zisa) di Lorenzo Avola



alla presentazione della silloge di poesie
"
Foto senza cornici"

di Lorenzo Avola


che avrà luogo sabato 10 aprile, alle ore 19, presso il CENTRO SOCIO - CULTURALE "SANT'EUGENIO", salone della biblioteca parrocchiale di Villagrazia, a Palermo.


Interverranno: il presidente della III Circoscrizione, dott. Salvatore Adelfio; e il presidente dell'Associazione Socio-Culturale "Sant'Eugenio", dott. Rosario Marchese.
Modererà il giornalista Davide Romano.
Sarà presente l'autore


(…) “Lorenzo, si espone e si dona con quella generosità ottimista e affettuosa che riconosceranno non solo le persone che, a vario titolo e con vari ruoli, vivono e lavorano con lui, ma anche un lettore occasionale che si imbatta nelle sue cose, nelle sue visioni, nella sua amatissima terra. La generosità di chi apprezza il sacrificio e l'amore, ma lotta perché non ogni sacrificio e non tutto l'amore debbano sempre diventare ineluttabile martirio. E questo si chiama speranza”. (dalla Prefazione di Roberto Oddo)


Lorenzo Avola è nato e vive a Palermo dove sta conseguendo la laurea in lettere classiche. Nel 2007 ha vinto il premio speciale Le nuove voci della poesia del Premio internazionale “Nicola Mirto”. È attivo nel mondo del volontariato e organizza incontri a scopo educativo e formativo per il centro culturale “Sant’Eugenio” della sua città. Collabora con il sito internet www.cogitoetvolo.it per il quale si occupa prevalentemente di tematiche di bioetica ed attualità. Questo è il suo primo libro.

martedì 6 aprile 2010

Il filosofo dell’amore” di Augusto Cavadi (Salvatore Battaglia, “ARMONIE”, La Zisa, pagine 122, euro 9,90)



“Repubblica - Palermo” 4.4.2010

Salvatore Battaglia, “ARMONIE”, La Zisa, pagine 122, euro 9,90

Ci sono componimenti letterari in cui la raffinatezza stilistica e l’accuratezza della tecnica tentano di celare una certa aridità sentimentale. Le poesie di Salvatore Battaglia, raccolte in Armonia, non corrono questo genere di rischio; anzi, al contrario, rivelano un’effervescenza emotiva e una sincerità spirituale così prepotenti da non apparire abbastanza distillate nell’alambicco dell’arte più smaliziata. Lo nota, con cautela diplomatica, Roberto Deidier nella sua dotta Prefazione: “la passione amorosa rappresenta qualcosa di pericoloso nella vita di un uomo, ma ancor più se quest’uomo fa ricorso, per parlarne, alle armi della poesia. Ecco, l’amore rischia di annoiare, così come la poesia rischia, a sua volta, di deprimerlo, di ridurlo ad altro, di stilizzarlo “. Lo nota pure, con lucidità solo apparentemente folle, Alda Merini in una pagina che suggella il florilegio: si rivolgano a Battaglia, “un buon filosofo dell’amore”, quanti vogliano - più che esplorare “la forza ossessiva della parola” (che è l’ambito proprio del poeta)- imparare che “ragionar d’amore apre la porta del Paradiso”. Insomma, ancora una volta ha ragione Stefania La Via: quanti siamo punti da vaghezza di mettere versi su una pagina dovremmo dedicare almeno altrettanto tempo a educarci l’orecchio con la grande lirica di ogni tempo. Non escluso il nostro.

lunedì 29 marzo 2010

Palermo 30 marzo, Presentazione del volume di Dario Piombino Mascali, "Il maestro del sonno eterno", Edizioni La Zisa


Palermo 30 marzo 2010, ore 17.00
Dario Piombino-Mascali
incontra gli studenti del liceo Scientifico Cannizzaro di via Arimondi, 14, a Palermo
per presentare il libro
IL MAESTRO DEL SONNO ETERNO
Presentazione di Arthur C. Aufderheide
Prefazione di Albert R. Zink
ISBN 978-88-95709-52-9
Edizioni La Zisa
http://www.lazisa.it/
pp. 128, euro 12,00


Quali segreti custodisce Rosalia Lombardo, la ‘Bella Addormentata’ delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo? Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Chi ne è stato l’artefice? Tali interrogativi, rimasti per lunghissimo tempo irrisolti, trovano ora finalmente risposta in questo saggio dell’antropologo Dario Piombino-Mascali. Una ricostruzione appassionante della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano dai contorni finora velati dalla leggenda. Un viaggio avvincente, che l’autore compie prendendo per mano il lettore e conducendolo nel cuore di una storia mai rivelata prima, se non attraverso frammenti e contraddizioni. Un’attenta e meticolosa indagine, che coniuga il rigore scientifico ad uno stile accattivante ed esaustivo.


Dario Piombino-Mascali, nato a Messina nel 1977, è ricercatore presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, dove coordina il Progetto “Mummie Siciliane”. Borsista della National Geographic Society, è stato recentemente insignito del titolo di membro onorario dall’American Society of Embalmers. Collabora attivamente con il Museo Archeologico dell’Alto Adige, i Musei Vaticani ed i Musei Reiss-Enghelhorn per lo studio scientifico di mummie umane.
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Davide Romano - Resp. Uffcio stampa "Edizioni La Zisa"
via Francesco Guardione n. 5/E, 90139 - Palermo
Tel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870cell. +39 328 4728708
e-mail: stampa@lazisa.it - http://www.lazisa.it/

giovedì 25 marzo 2010

Arriva in libreria il romanzo di Manlio Elio Massara, “La notte sognavamo Brigitte Bardot”, Edizioni La Zisa


Arriva in libreria il romanzo di Manlio Elio Massara, “La notte sognavamo Brigitte Bardot”, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 9,90

Manlio Elio Massara esordisce con questa opera prima, offrendoci la sua personale esperienza, comune ai giovani borghesi non politicizzati formatisi negli anni Sessanta e i cui sogni notturni erano abitati dalla visione dell’attrice francese Brigitte Bardot.
Lungo il filo della memoria, attraverso lettere autentiche – nel modo in cui allora si comunicava con gli amici al posto degli odierni striminziti SMS – conservate e ritrovate per caso, ripercorre episodi autobiografici in uno stile scorrevole, gradevole da gustare, in cui talvolta traspare la sua profonda sicilianità.

Manlio Elio Massara nasce a Palermo il 14 giugno del 1945. Nel 1966 prende il diploma di Geometra e nel 1967 entra alla Olivetti nel settore commerciale. Nel 1972, insieme alla moglie Franca, intraprende l’attività d’imprenditore, sempre in collaborazione con Olivetti. Attività che mantiene sino ai nostri giorni.

Sergio Cristoforo Infuso, “Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni”, Presentazione di Rita Borsellino, Edizioni La Zisa




“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.

Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

martedì 23 marzo 2010

Elenco distributori delle Edizioni La Zisa


Piemonte
INTERLIBRI s.n.c.
Via San Giovanni Bosco, 73
10144 Torino
Tel. 011 4379152
Fax 011 4734678
email: interlibri.ammin@libero.it

Lombardia - Liguria - Canton Ticino
EdiQ Distribuzione
casella postale 56 I - 21040 Gerenzano Varese
tel.02 9689323 fax 02 9689323 cell. 347.4140016
www.ediq.eu - www.ediq.it
Email: commerciale@ediq.eu

Veneto - Trentino-Alto Adige
Friuli-Venezia Giulia
FERRARI LIBRI srl
Via IV Novembre, 9
35010 Limena (PD)
tel. 049 8840241 fax 049 8840250
email: ferrarilibri@tiscalinet.it

Toscana - Umbria
Promedi Firenze di Andrea Nocentini & c. s.a.s.
Via del botteghino, 85 int.
50018 – Badia a Settimo – Scandicci (FI)
Tel. 055 7223711 fax 055 7310943

Emilia Romagna - Marche - Abruzzo
L’EDITORIALE SRL
Via dei Fornaciai, 25
40129 BOLOGNA
tel. 051 326604 - Fax 051 326728
e mail: leditoriale@tiscali.it

Lazio
NUOVA RDE SRL
Via H. Spencer n. 16
00177 Roma
Tel.: (+39) 06 2154010
Fax: (+39) 06 2153549

Campania
CAMPANIA LIBRI S.R.L.
Via della Stadera, 85
80143 Napoli
Tel. 081 5844990

Puglia - Basilicata - Molise
Ermes distribuzioni
Via Risorgimento, 9
71100 Foggia
Tel. e Fax 0881713378
http://www.ermesdistribuzioni.it
Email: ermesdistribuzioni@libero.it

Sicilia - Calabria
PDE SICILIA SRL
V.le Regione Siciliana, 3540
90145 Palermo
Tel: 091228229
Fax: 091229304
Email: pdesicilia@pde.it

Sardegna
Agenzia Promozione Editoriale Manca
Vico Arno 3,
09128 Cagliari
tel. 070 280454
fax 0702081943

Estero
Casalini Libri s.p.a.
Via Benedetto da Maiano, 3
50014 Fiesole FI - Italy
Tel. ++39 055 50 18 1 - Fax ++39 055 50 18 201
Email: info@casalini.it

Promozione e distribuzione nelle biblioteche
L.S. distribuzione editoriale
Via Badini, 17
40050 Quarto Inferiore (BO)
tel. 051 768165 - 6061167 fax 051 6058752
Email: info@lsc.it

lunedì 22 marzo 2010


II PREMIO LETTERARIO REGIONALE CITTÀ DI VIAGRANDE

ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE, SCADENZA MERCOLEDI' 31 MARZO

E' iniziato il countdown alla scadenza del bando di partecipazione al “Premio letterario regionale Città di Viagrande”: restano infatti pochi giorni di tempo per essere protagonsiti della seconda edizione di un concorso che registra un gran riscontro di adesioni su scala regionale e nazionale.
Anche quest’anno è stato dato ampio spazio agli autori siciliani editi in tutta Italia, nell’intento di valorizzare la cultura nostrana superando i confini regionali e di dare il giusto riconoscimento alla storia senza fine di una “sicilitudine” che vive attraverso i cantori del passato e quelli del presente, da Verga a Pirandello, da Tomasi di Lampedusa, a De Roberto, passando per Vittorini, Brancati, Patti, Bufalino, Sciascia e Camilleri.

Fortemente voluto dall'assessore provinciale alle Politiche Culturali Nello Catalano, dal sindaco di Viagrande Venera Cavallaro e dall’assessore comunale alla cultura Caterina Muscuso, il Premio si rivolge agli autori siciliani di opere di narrativa edite da marzo 2008 a marzo 2010, scritte in lingua italiana e dotate di codice “ISBN” (international standard book number), il codice numerico utilizzato internazionalmente per la classificazione dei libri.
I partecipanti - autori ed editori (non solo siciliani) - potranno spedire (a titolo gratuito) cinque copie cartacee dell’opera – non premiata in precedenti concorsi - alla segreteria del premio Comune di Viagrande (Area Servizi Socio-Culturali, via della Regione, 24 - 95029 - Viagrande) entro il 31 marzo 2010, compilando contestualmente la domanda di partecipazione, da scaricare sui siti www.comune.viagrande.ct.it e http://www.i-press.it/

La Giuria, composta dal Sindaco del Comune di Viagrande nella qualità di presidente onorario e da cinque professionisti scelti tra scrittori, giornalisti e studiosi, effettuerà una pre-selezione individuando tra le opere inviate quelle da sottoporre al Comitato tecnico-scientifico, formato da tre docenti, che provvederà alla selezione dei vincitori. I componenti della Giuria e del Comitato saranno resi noti in sede di premiazione.
Il primo premio in palio è di 1.200 euro; il secondo e il terzo classificato riceveranno i premi rispettivamente di 1000 euro e 800 euro.

Per eventuali informazioni contattare i numeri 095/ 7901327 (telefono) e 095/7901326 (fax)
oppure scrivere all’indirizzo di posta elettronica servizi.sociali@comune.viagrande.ct.it.

Palermo 26 marzo, Presentazione silloge poesie "Foto senza cornici" (Ed. La Zisa) di Lorenzo Avola


La Casa Editrice “La Zisa”
ha il piacere di invitare la S.V.
alla presentazione della silloge di poesie
"Foto senza cornici"
di Lorenzo Avola
Che avrà luogo
venerdì 26 marzo 2010 ore 18.00
presso il Centro Scolastico “Altavilla” di Via Principe di Belmonte 105 , a Palermo


Introdurrà: Paolo Virone - Dirigente del Centro Scolastico “Altavilla”
Interverrà Roberto Oddo - Docente del Centro Scolastico “Altavilla”
Modererà: Davide Romano - Giornalista

(…) “Lorenzo, si espone e si dona con quella generosità ottimista e affettuosa che riconosceranno non solo le persone che, a vario titolo e con vari ruoli, vivono e lavorano con lui, ma anche un lettore occasionale che si imbatta nelle sue cose, nelle sue visioni, nella sua amatissima terra. La generosità di chi apprezza il sacrificio e l'amore, ma lotta perché non ogni sacrificio e non tutto l'amore debbano sempre diventare ineluttabile martirio. E questo si chiama speranza”. (dalla Prefazione di Roberto Oddo)
Lorenzo Avola è nato e vive a Palermo dove sta conseguendo la laurea in lettere classiche. Nel 2007 ha vinto il premio speciale Le nuove voci della poesia del Premio internazionale “Nicola Mirto”. È attivo nel mondo del volontariato e organizza incontri a scopo educativo e formativo per il centro culturale “Sant’Eugenio” della sua città. Collabora con il sito internet www.cogitoetvolo.it per il quale si occupa prevalentemente di tematiche di bioetica ed attualità. Questo è il suo primo libro.

Ad aprile in libreria - Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Edizioni La Zisa



Ad aprile in libreria - Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Edizioni La Zisa (www.lazisa.it), pp. 80, euro 9,90

La Grande depressione del 1929 ha “molte analogie con i nostri tempi, fatti di drammi e numerosi suicidi, ma anche di economisti birbanti e truffatori. Un mondo costruito sul debito e sui castelli di carta che ha portato al crollo di grandi banche: […] Allora come oggi cittadini creduloni e ingenui […] hanno creduto alle magnifiche sorti e progressive dello stock exchange, della forza senza pari del mercato borsistico: Pettenghi descrive con minuzia l’euforia del 1928, le proposte che oggi appaiono pittoresche per rilanciare l’economia, il ruolo deficitario del governo degli Stati Uniti, l’entusiasmo di certi economisti pronti a scommettere che il valore delle azioni era destinato a crescere”. Allora come oggi i “birbanti” riescono a farla franca, e tocca ai poveri illusi di pagarne le amare conseguenze.

Ugo Pettenghi, giornalista di vaglia, maestro di intere generazioni di cronisti italiani: prima alla Notte, il giornale reso grande da Nino Nutrizio, poi al Corriere d’informazione e alla Domenica del Corriere e, infine, al Corriere Medico. Qui chiuse con i giornali e di lì a poco anche con la vita.

giovedì 18 marzo 2010

E' in libreria: Alessia Cannizzaro (a cura di), "Buttana di lusso. Confessioni di una escort", La Zisa





E' in in libreria

Alessia Cannizzaro
(a cura di)

Buttana di lusso
Confessioni di una escort

pp.80, euro 9,90

ISBN 978-88-95709-54-3

Edizioni La Zisa
http://www.lazisa.it/


E l'onorevole mi disse: "Picchiami, sono un bambino cattivo!"


Una città a luci rosse annidata tra le pieghe di un perbenismo di facciata. Palermo è anche questo. E a svelarne il suo lato oscuro è Chiara (o almeno così dice di farsi chiamare), una escort palermitana che da anni lavora proprio nella sua città. Sesso a pagamento, in casa o in trasferta, appartamenti di lusso come alcove, o hotel fuori porta. Tra i suoi clienti politici, avvocati, professionisti in genere, tutta gente della “Palermo bene”. Chiara ci racconta, senza falsi pudori, vizi e virtù di una città sommersa, conditi da particolari piccanti e non sempre prevedibili.

Alessia Cannizzaro è giornalista professionista, laureata in Scienze della Comunicazione e in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale. Da anni lavora per tv e testate locali e nazionali. E proprio per un quotidiano palermitano ha condotto un’inchiesta sulla Palermo a luci rosse.

Introduzione di Alessia Cannizzaro

Ufficialmente si chiamano escort, ovvero accompagnatrici per uomini d’affari in viaggio, che non potendosi portare la moglie o la compagna, affittano una ragazza per affrontare in maniera più piacevole le noiose cene di lavoro e trascorrere in dolce compagnia anche il dopocena.
Esistono decine e decine di agenzie, soprattutto online, che propongono gentil donzelle per tutti i gusti, ma cosa ancora più interessante, anche per tutte le tasche. Navigando tra i vari siti ci si rende subito conto però che le escort tutto sono tranne che semplici accompagnatrici.
Le foto, quasi tutte in desabbillé, mostrano donne dalle curve generose che poco lasciano all’immaginazione. E i messaggi lasciati dalle dirette interessate sono a dir poco inequivocabili. L’offerta è sì di trascorrere una piacevole serata, ma a casa o in albergo, ovvero in luoghi chiusi e lontani da occhi indiscreti. Nessun riferimento, invece, alle eventuali cene di lavoro per cui in teoria dovrebbero essere assoldate. Offrono servizi “particolari” in cui la trasgressione è la parola d’ordine. In altre parole, se siete stanchi della solita routine e volete provare qualcosa di diverso, inventate una cena di lavoro e noleggiate una escort, per un’ora o per tutta la notte, a seconda delle vostre esigenze. Certo, raccattare una ragazza per strada può creare diversi problemi, non solo perché si rischia di essere beccati da amici e conoscenti, ma anche perché si può essere accusati di favoreggiamento della prostituzione con tutto quello che ne consegue. Difficile poi spiegarlo a casa!
Ma attenzione a chiamare le cose con il giusto nome. Il fenomeno delle escort trovate via Internet può essere tranquillamente, e senza paura di essere smentiti, definito prostituzione online, in quanto le ragazze si vendono per scopi dichiaratamente sessuali. I siti, come ci confermano le autorità preposte al controllo, hanno infatti sede legale all’estero per ovviare le misure di chiusura, previste dall’ordinamento italiano. Anche le ragazze, per sfuggire ai controlli non hanno una sede fissa, ma girano per l’Italia. Il gioco è semplice: basta cercare sui principali motori di ricerca, come Google per intenderci, “escort Palermo” e spulciare i vari siti.
Le ragazze sono divise per categoria (Top class, Deluxe, International, oltre che Trans, Gay e Lesbo), per regioni e poi anche per città. Ma a dispetto di un nord brulicante di escort, il sud, e nello specifico Palermo, sembra non disporre di una così vasta scelta. La maggior parte delle ragazze che operano nell’hinterland palermitano in realtà sono straniere o residenti in altre città, disposte comunque ad un bel viaggio isolano.
Si legge chiaramente in tutti i siti che le ragazze sono in tour per le varie città e sono disposte a raggiungere il cliente o a spostarsi da una sede all’altra con un preavviso di minimo tre giorni. I prezzi variano dalle 500 euro all’ora ai 3000 euro per l’intero week-end. Poi ovviamente c’è chi pratica lo sconto fedeltà per i clienti affezionati e chi, per evitare fregature, chiede il pagamento anticipato o una caparra al momento della prenotazione.
Discorso diverso per i siti che raccolgono annunci privati. In questo caso le bacheche vengono aggiornate quotidianamente e la scelta si fa molto più ampia. Le si può facilmente contattare via e-mail o telefonare al numero di cellulare pubblicato nell’annuncio. Messi al bando, stando a quanto scritto nei siti, gli sms e le chiamate anonime. Privacy sì, ma fino ad un certo punto.
Esplorando il mondo a luci rosse dei palermitani, prima che il fenomeno balzasse agli onori della cronaca per le note vicende dei politici italiani, mi sono imbattuta in Chiara, giovane escort nostrana che, per nulla intimorita dall’idea di riferire vizi e virtù dei suoi clienti, ha deciso di raccontarmi la sua vita a luci rosse. (Alessia Cannizzaro)

Indice:
7 Introduzione
11 La mia “prima volta”… a pagamento!
22 Giovani rampanti, belli e insoddisfatti
31 Giochi di potere fuori e dentro le lenzuola
49 Da avvocato a “cliente” abituale
58 Nobiltà perversa e perbenista
66 Quattro chiacchiere con Chiara…
71 Ringraziamenti



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Davide Romano - Ufficio stampa "La Zisa"via Francesco Guardione n. 5/E, 90139 - PalermoTel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870cell. +39 328 4728708, e-mail: presidente@lazisa.itstampa@lazisa.it - http://www.lazisa.it/

martedì 16 marzo 2010

Rosalia e i segreti del suo imbalsamatore. Parla il paleologo Dario Piombino Mascali autore del libro «Il maestro del sonno eterno» (Edizioni La Zisa)




Mummie siciliane.
Rosalia e i segreti del suo imbalsamatore. Parla il paleologo Dario Piombino Mascali autore del libro «Il maestro del sonno eterno» (Edizioni La Zisa).
Da La Sicilia, 15/03/2010


Chiunque abbia visitato le catacombe dei Cappuccini di Palermo non ha potuto sottrarsi al fascino quasi ipnotico emanato dalla mummia della piccola Rosalia Lombardo, una bambina di due anni tanto perfettamente conservata da sembrare quasi dormiente. Del mistero che ha avvolto la piccola Rosalia e il suo imbalsamatore, professor Salafia, si è occupato Dario Piombino Mascali, un giovane paleopatologo siciliano, nel saggio "Il maestro del sonno eterno", edito dalla casa editrice La Zisa e appena presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo.
Ricercatore dell'Eurac di Bolzano, dove coordina il Progetto "Mummie siciliane", ne conclude con questo saggio la prima fase. Lo abbiamo incontrato.
- Il contenuto del suo saggio somiglia al plot di un film tanto intrigante quanto inquietante. Quali fonti hanno supportato il suo lavoro per donargli il rigore scientifico che lo contraddistingue?
«Le fonti di cui mi sono avvalso sono i documenti conservati presso vari archivi palermitani, come quello comunale, quello universitario e quello dei Cappuccini. Ho inoltre consultato documenti privati appartenenti agli eredi di Alfredo Salafia, che mi sono stati temporaneamente affidati al fine di condurre ricerche storico-scientifiche».
- Quale legame esiste tra Rosalia Lombardo e il suo imbalsamatore?
«Un legame indissolubile, se si considera che Rosalia rappresenta il miglior risultato tra i casi ancora esposti mummificati dal Salafia».
- La riscoperta della formula di Alfredo Salafia quali nuove prospettive scientifiche può aprire?
«Anzitutto ha restituito alla città di Palermo e a noi Siciliani un tassello di storia mancante, quello relativo ai rituali funerari del primo novecento, e poi ha resuscitato un palermitano geniale, caratterizzato da un'intelligenza brillante e da spirito imprenditoriale. Le componenti chimiche della formula (glicerina, sali di zinco) indicano che bisognerebbe trattare Rosalia con parametri ben precisi, diversi da quelli per le mummie secche (si tratta infatti di una mummia "umida"). Le altre fasi previste dal progetto "Mummie siciliane" comprendono lo studio del DNA antico e delle strategie di restauro».
AGATA MOTTA

sabato 13 marzo 2010

In libreria il romanzo storico di Alfredo Sant’Angelo, “La spada di Roma”, Edizioni La Zisa



In libreria il romanzo storico di Alfredo Sant’Angelo, “La spada di Roma”, Edizioni La Zisa (pp. Pp 128, euro 10 ISBN 978-88-95709-08-6)
http://www.lazisa.it/

“Alfredo Sant’Angelo con questo romanzo storico ci fa entrare nell’atmosfera dell’antica Roma con una intensità coinvolgente. Il libro narra le gesta di uno dei tanti eroi romani, per l’appunto Marco Claudio Marcello detto la spada di Roma, che hanno segnato i secoli della città eterna. Marcello, per cinque volte Console, fu un eroe amato dal popolo e fu lui a logorare l’armata di Annibale quando questi portò la guerra sul suolo italiano sconfiggendo duramente le legioni romane. L’autore ci regala bellissime pagine di quel periodo, riesce a creare, con una scrittura semplice e ricettiva, una curiosità tale da volere iniziare subito il capitolo successivo, riesce a farci vivere le vicende e i personaggi come se di fronte ai nostri occhi ci fossero delle immagini. Bene o male tutti noi siamo a conoscenza che Annibale fu sconfitto da Publio Cornelio Scipione nella pianura di Zama, ma in questo libro ci rendiamo conto dei sedici anni che trascorsero con l’invasione cartaginese, le pesanti sconfitte iniziali subite dalle legioni romane e la successiva condotta della guerra del nostro eroe che logorò Annibale suscitando l’ammirazione del famoso Generale cartaginese. Si, credo proprio che questo libro vada letto!” (Salvatore Lucania, Presidente della OPUS Ass. Art. Cult. di Palermo)

Scheda: Il romanzo è ispirato alla figura, realmente esistita, del console romano Marco Claudio Marcello, al tempo della seconda guerra punica. Sullo sfondo, le lotte politiche interne alla Roma repubblicana, colta in un uno dei momenti più drammatici della sua storia millenaria, allorquando si trovò impegnata ad affrontare, sul proprio territorio l'esercito cartaginese comandato dal grande condottiero Annibale Barca. Il racconto, appassionante e coinvolgente, scorre veloce, quasi sui ritmi di un reportage giornalistica sino all'amara e tragica conclusione.
Alfredo Sant'Angelo, barone di Sant'Angelo (Palermo, 1965), laureato in filosofia, ha pubblicato nel 1996 la raccolta di poesie Poèsis et Peièsis. ha partecipato con successo a diversi concorsi letterari. E' responsabile del settore letterario dell'Associazione Opus. dalla sua grande passione per gli studi storici ha tratto stimolo ed alimento per la stesura di questa prima opera narrativa.

venerdì 12 marzo 2010

Le Edizioni la Zisa bandiscono il 1° Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.


In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, le Edizioni la Zisa bandiscono il 1° Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

dal sito http://www.lazisa.it/

Art. 1 In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Le Edizioni La Zisa bandiscono il I Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” finalizzato alla selezione di racconti da pubblicare gratuitamente in un volume curato dalla stessa casa editrice.

Art. 2 Per partecipare alla selezione basterà acquistare due volumi a scelta dal catalogo delle Edizioni La Zisa (www.lazisa.it), come parziale contributo alle spese organizzative.


Art. 3 Il racconto dovrà essere inviato, entro e non oltre il 30 dicembre 2010, direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica: edizionilazisa@gmail.com
o per al seguente indirizzo:
Edizioni La ZisaVia F.Guardione 5/E90139 Palermo
allegando la prova d’acquisto dei due volumi (scontrino fiscale o fattura in cui risultino i titoli dei volumi acquistati) o, in alternativa, sarà possibile fare l’ordine direttamente dal nostro sito www.lazisa.it specificando nell’e-mail di conferma ACQUISTO LIBRI PER CONCORSO “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

Art. 4 L'opera inviata (non più di una per autore) dovrà essere inedita (o comunque l'autore dovrà ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore dovrà dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità) e dovrà essere tassativamente compresa fra un minimo di 10 cartelle (o 18.000 caratteri spazi inclusi) e un massimo di 25 cartelle (o 45.000 caratteri spazi inclusi).


Art. 5 Il partecipante dovrà allegare un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail e recapito telefonico.


Art. 6 I primi 3 classificati della verranno pubblicati congiuntamente in un libro a cura e a spese dell'editore, che si riserverà gli interventi editoriali che riterrà opportuni. Gli autori pubblicati riceveranno 3 copie omaggio godendo dello sconto del 40% (+ spese di spedizione) sulle altre copie che volessero eventualmente acquistare.


Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione riceverà un contratto editoriale.


Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dall'editore e da una giuria di esperti lettori di sua fiducia. I risultati verranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica e nel web entro la fine del mese di febbraio 2011, mentre la pubblicazione del volume è prevista entro la fine del primo quadrimestre trimestre del 2011.


Art. 9 L’opera pubblicata verrà promossa e distribuita attraverso i consueti canali delle Edizioni La Zisa. Copie del volume verranno inviate in omaggio al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 10 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo o essere rimandata alla selezione successiva.


Art. 11 La partecipazione al concorso “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando.


Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono alle Edizioni La Zisa il trattamento dei dati personali e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando.

Il numero di marzo di “Focus Storia” parla del “Maestro del Sonno Eterno” (Edizioni La Zisa) di Dario Piombino Mascali


Il numero di marzo di “Focus Storia” parla del “Maestro del Sonno Eterno” (Edizioni La Zisa) di Dario Piombino Mascali

(…) Naturali sono anche le migliaia di corpi che riposano nella cripta dei Cappuccini di Palermo (la stessa della "bella addormentata" di Salafia). «La nascita delle catacombe dei Cappuccini risale alla fine del 'Soo, quando furono scoperti casualmente, in una fossa comune, i corpi di 45 frati perfettamente conservati. Da allora si sviluppò un grande sito di sepoltura in uso fino alla fine dell'8oo, inizialmente riservato ai Cappuccini e poi esteso a nobili, alti prelati e borghesi» riprende Piombino Mascali. «La stessa Rosalia aveva un permesso solo provvisorio per rimanere nelle catacombe. Ma le peregrinazioni della sua famiglia in Italia e all'estero non consentirono di darle diversa sistemazione».
Le condizioni ambientali di questo luogo (e di altri in Sicilia), come l'assenza di umidità e una temperatura costante, consentivano l'essiccazione naturale. «Favorita tra l'altro da una tecnica rudimentale ma efficace, chiamata "scolatura": i corpi erano a volte posizionati seduti o in piedi per permettere il drenaggio dei liquami cadaverici».
PIETRIFICATI. Avvolti nel più profondo mistero sono stati invece, per anni, i metodi dei "pietrificatori". «Tra la fine del '700 e la prima metà del '900 alchimisti e medici fuori dagli ambienti accademici si misero in testa di pietrificare tessuti animali (e poi corpi) fino a ottenere una durezza simile alla roccia» spiega Luigi Garlaschelli, chimico dell'Università di Pavia.
Il maestro della "pietrificazione", il bellunese Girolamo Segato (1792-1836), fu osannato dai contemporanei: «Gli dedicarono opere teatrali e odi, e quando morì fu sepolto a Firenze, accanto a Michelangelo e Machiavelli» racconta lo studioso. «Alcuni suoi preparati sembrano impregnati di sostanze minerali, altri sembrano più che altro disidratati: di sicuro Segato non rivelò nulla del suo procedimento, nonostante i tanti tentativi di imitazione».
All'epoca l'imbalsamazione era tornata in auge dopo secoli di stop, coincisi col diffondersi del cristianesimo che la riteneva incompatibile con la risurrezione. «Nel 392 d. C. l'imperatore Teodosio vietò riti e pratiche sui cadaveri che andassero oltre la semplice unzione» spiega Piombino Mascali. Anche nel Tardo Medioevo prevalse il rifiuto di ogni tipo di violazione del cadavere limitandosi alla cosiddetta "clisterizzazione" ovvero all'immissione di decotti aromatici nel retto.
«Ma esisteva anche un altro sistema che consisteva nella bollitura e nella separazione dei tessuti molli dalle ossa: era riservato ai crociati caduti in battaglia e ne permetteva il rientro e la sepoltura in patria. Anche il "santo" re di Francia Luigi IX (morto nel 1270) e il teologo Tommaso d'Aquino (morto nel 1274) non sfuggirono al calderone bollente» conclude Piombino Mascali.
E oggi? Chi, per il proprio cadavere, aspirasse a qualcosa di più di una comparsata in tv, può offrirsi volontario all'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, il "re" della plastinazione. Con la tecnica da lui brevettata i liquidi corporei sono sostituiti con molecole di silicone e le salme si induriscono diventando opere d'arte. In pose "viventi" per l'eternità.

Anita Rubini

PER SAPERNE DI PIÙ
“Il maestro del sonno eterno”, Dario Piombino Mascali (Edizioni La Zisa). I segreti di Alfredo Salafia, mummificatore.

martedì 9 marzo 2010

L'IMBALSAMATORE CHE FINI' IN UN MUCCHIO DI CENERE. UN LIBRO DELLE EDIZIONI LA ZISA NE RACCONTA LA STRAORDINARIA VICENDA UMANA


(LA STAMPA - VENERDÌ 5 MARZO 2010)

L'IMBALSAMATORE CHE FINI' IN UN MUCCHIO DI CENERE

di LAURA ANELLO - PALERMO

Nella città che ha genera­to Cagliostro, il mago della truffa e dell'impo­stura, molti dubitava­no che quella bambina addormentata da novant'anni fos­se di carne e di ossa. È di cera, è una bambola, è una replica recen­te, è frutto di un incantesimo, peg­gio, di una diavoleria. Tutto si è scritto su Rosalia, l'ospite più cele­bre delle catacombe dei Cappucci­ni di Palermo, dove centinaia di corpi sono esposti a sfidare titani­camente il tempo e i suoi sfregi. L'incursione più choccante e pro­fonda nella sicilianità che odora di muffe, di incenso e di morte.

E invece Rosalia Lombardo, spi­rata i16 dicembre 1920, una settima­na prima di compiere due anni, è «la più bella mummia del mondo, supe­riore a quelle di Lenin e di Evita Pe­ron, un capolavoro assoluto». Paro­la di Dario Piombino-Mascali, il ri­cercatore dell'Istituto Eurac di Bol­zano che ha appena portato alla luce la storia del suo autore - Alfredo Sa­lafia, classe 1869 - e i segreti del suo «Fluido della Perfezione», fino­ra sconosciuto. Non un prodigio, ma una miscela di glicerina, for­malina, zinco, al­col saturo di aci­do salicilico.

La storia l'aveva dimenti­cato, Dario Piom­bino-Mascali l'ha disseppellito, interpellando i pronipoti, mettendo le mani sulle sue memorie incompiute (titolo: «Nuovo metodo speciale per la con­servazione del cadavere umano allo stato permanentemente fresco»), seguendone la storia fino alla tom­ba. Gli esiti della ricerca sono finiti in un libretto agile e a tratti sbalordi­tivo, “Il maestro del sonno eterno” (Edizioni La Zisa), tri­buto a un uomo che ha dedicato la sua vita alla «consuetudine gentile di tramandare alla posterità intatte le sembianze dei nostri più cari».

Uno scienziato (anche se i suoi studi di chimica e anatomia furono da autodidatta), ma anche un arti­sta. Il suo momento di gloria con la «rimessa in forma» del cadavere del­lo statista siciliano Francesco Cri­spi, morto nell'agosto 1901 a Napoli e sottoposto lì a un procedimento non efficace. «Salafia, nove mesi do­po, gli fece una serie di iniezioni sot­tocutanee - racconta Piombino-Ma­scali -: riempì di paraffina disciolta in etere le porzioni temporali e le guance, sostituì i bulbi oculari con protesi vitree, rimodellò naso, orec­chie e labbra, chiuse la bocca, rein­nestò capelli e baffi ormai caduti». La vedova era strabiliata.

Tre mesi dopo, nell'agosto 1902, quel cadavere sul catafalco faceva un figurone. E così in tutte le com­memorazioni successive in cui il povero corpo-feticcio veniva mostrato al pubbli­co: nel 1904, nel 1905, nel 1910 e ancora nel 1914. Inorriditi? Già. Adesso è diffici­le parlare di morte, superare la rimozione col­lettiva, vincere il tabù. Ma dagli an­tichi Egizi agli anni Trenta del No­vecento le cose sono andate diver­samente, attraverso tecniche di pietrificazione, eviscerazione, disi­dratazione, bendaggi. «Un'arte mil­lenaria - dice Piombino-Mascali - in­terrotta con le due guerre mondiali, quando le perdite umane all'ordine del giorno segnano una caduta di inte­resse verso i costu­mi funebri, verso la dignità del corpo».

Da Crispi in poi, per le mani di Sa­lafia, passarono prelati, aristocratici e altoborghesi, mentre i poveracci continuavano a finire nelle fosse co­muni senza alcun maquillage. Inevita­bile allora nel 1909, lo sbarco a New York, dove l'imbalsamatore fondò una società, garantendo pure il servi­zio «soddisfatti o rimborsati». Qui congreghe di scienziati e cassamorta­ri si stupirono compiaciuti dei prodigi del professore, ispezionando cadave­ri ed eccependo su colorito, consisten­za, aspetto. Parabola veloce, che si concluse nel 1912. Poi il ritorno in Sici­lia e altri corpi da eternare.

Tra questi, Rosalia, la bambina delle catacombe. La sua radiografia rivela la presenza di tutti gli organi interni, di una struttura ossea intat­ta e pure di una boccetta di vetro collocata dietro la testa, probabil­mente riempita di illuministici elisir di lunga morte, sostanze anti-muffa. Sulle cause della sua fine è ancora mistero: nel verbale necroscopico si parla di broncopolmonite, ma altre testimonianze si dividono tra difteri­te e tifo addominale.

«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazio­ne del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quin­di, fu forse ridimensionata per con­servare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Ave­va 62 anni. Delle sue spoglie, esuma­te nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.

«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazio­ne del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quin­di, fu forse ridimensionata per con­servare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Ave­va 62 anni. Delle sue spoglie, esuma­te nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.

«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazio­ne del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quin­di, fu forse ridimensionata per con­servare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Ave­va 62 anni. Delle sue spoglie, esuma­te nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.


L'autrice:

LAURA ANELLO VIVE A PALERMO E SCRIVE PER «LA STAMPA» DI CRONACA, COSTUME E CULTURA. E' AUTRICE DI «AMORE DI MADRE», DEDICATO ALLA MADRE DI FULVIO FRISONE, IL FISICO NUCLEARE CATANESE IN SEDIA A ROTELLE DALLA NASCITA, DALLA CU I STORIA È STATA TRATTA UNA FICTION RAI.