Grandi firme: da Falcone al
poeta premio Nobel Seferis
Da Falcone e Borsellino a
Margherita Hack, passando per il poeta Ghiorgos Seferis, Nobel per la
Letteratura 1963, e per Camilleri, per non parlare di insigni studiosi,
sconosciuti al grande pubblico, ma noti nel mondo accademico italiano e
internazionale. Sono alcune firme – compagni di viaggio, a vario titolo,
autori, collaboratori, prefatori – di un catalogo storico, quello delle
Edizioni La Zisa. Una casa editrice orgogliosamente piccola ma audace,
indipendente in mezzo ai colossi, libera. E con una tradizione che dura da trent’anni.
La ricorrenza è di quelle che non passano inosservate e, infatti, domani
(lunedì 17 dicembre) la città la
celebra. L’appuntamento è alle 16, a Palazzo delle Aquile. Nella Sala delle Lapidi,
moderati dal giornalista e scrittore Davide Camarrone, saranno presenti oltre
al sindaco Orlando e al presidente della Regione Musumeci, tanti amici della
casa editrice ed esponenti di varie confessioni religiose (Corrado
Lorefice, arcivescovo
metropolita di Palermo; Barbara
Cucinella, agente consolare degli
Usa; Gregorio Porcaro, coordinatore
regionale di Libera Sicilia; Haralabos
Tsolakis, presidente
Comunità Ellenica Siciliana Trinacria; Evelyne Aouate, presidente Istituto Siciliano di Studi ebraici; Ibrahima Kobena, presidente della Consulta delle Culture; Rosario Giuè, scrittore e teologo).
“E’ un bel traguardo, quello
della nostra storia – commenta Davide Romano,
condirettore delle Edizioni La Zisa, come Giampiero Tre Re – e appartiene
alla città. Abbiamo trent’anni e inevitabilmente è tempo di bilanci. Abbiamo guardato
al mar Mediterraneo, alla complessità della Sicilia e dell’Italia. L’abbiamo fatto
a modo nostro, dalla parte ‘sbagliata’, come recita lo slogan della nostra festa,
controcorrente. Quando la Grecia era in default abbiamo avviato una collana di
letteratura neogreca, Nostos, memori del fatto che la cultura greca ha fondato
anche l’identità del nostro Paese, basti pensare solo alla parola democrazia. Adesso
che c’è un governo ostile all’accoglienza, guardiamo all’Africa Nera e
destineremo parte dei nostri guadagni del 2019 a concreti progetti di sviluppo in
Ruanda, d’intesa con un’associazione locale, non con una ong europea. Chiederemo
a Orlando di accogliere la richiesta dell’associazione Ibuka di intitolare un
luogo pubblico alle vittime di etnia tutsi del genocidio ruandese”.
Se c’è una cifra distintiva de
La Zisa è il coraggio. A cominciare dalla dirigenza storica che iniziò a pubblicare
scritti di Falcone e Borsellino, quando erano attaccati da tutti. O mandando in
libreria “La zona grigia” di Nino Amadore, sulla mafia dei colletti bianchi, o
tre anni fa “Prete pedofilo si diventa” di Sante Sguotti, volume molto discusso,
attaccato e anche boicottato. Ed è un coraggio destinato a non attenuarsi, nel
nome della ricerca culturale e della libertà. “Proporremo – conclude Romano –
classici inediti o ritradotti delle letterature slave, punteremo a quella
maltese. Il nostro mercato? Estero e nord Italia. Non è un paradosso, se a
Palermo ci sono dieci librerie e a Milano duecento… Guardiamo a Usa e Russia,
ma anche a Malta e Grecia. Non siamo pro o contro. Siamo dalla parte dell’uomo,
magari sbagliamo, ma in buona fede. Io e la mia squadra entusiasta continueremo
a fornire strumenti per pensare in modo intelligente e oltre ogni steccato. Il
nostro mestiere è lanci are messaggi in bottiglia”.
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