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mercoledì 4 febbraio 2015

Il ritorno di «don» Sante Sguotti: libro-denuncia sui preti pedofili.



Le rivelazioni dell’ex parroco di Monterosso salito alla ribalta per la storia d’amore con una parrocchiana da cui ha avuto un figlio, poi sospeso «a divinis» dal Papa
 
PADOVA Il libro dice molto, se non tutto, fin dalla copertina e dal titolo: «Prete pedofilo si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di papa Francesco». A firmarlo è Sante Sguotti l’ex parroco di Monterosso, frazione di Abano ai piedi dei Colli Euganei, sospeso «a divinis» da papa Benedetto VXI per la storia d’amore con la sua parrocchiana Tamara Vecil, divenuta di dominio pubblico nel 2007. Pochi mesi dopo, vestito in clergyman blu scuro, dal salotto pomeridiano di «Buona Domenica» annunciava la nascita di suo figlio. Da quel momento, dalla riduzione allo stato laicale, di don Sante si erano un po’ perse le tracce: sospeso da papa Ratzinger aveva lasciato Monterosso per trasferirsi con la nuova famiglia sui colli Berici, a Lovertino di Albettone e lavorare come camionista in una cooperativa. 

Ora l’ex sacerdote innamorato torna a far parlare di sé con un libro scandalo sulla pedofilia nel clero. Duecento pagine (con la prefazione di don Franco Barbero, anche lui sospeso da papa Wojtyla nel 2003 per le critiche al celibato dei preti) sulla pedofilia nel clero, respinte nel 2007 da Mondadori e pubblicate poche settimane fa dall’editrice palermitana «La Zisa», a cui Sante Sguotti affida «una parte della propria esperienza di sacerdote e un’analisi completa e commentata di fatti presi dalla cronaca, italiana e non solo». 

Ammettendo: «Cito anche tre casi che ho conosciuto nel mio vissuto all’interno della chiesa padovana». L’intenzione è sempre quella, la stessa che ormai otto anni fa lo spinse ad abbandonare Roma per guidare l’esperienza (naufragata) di una «chiesa cattolica dei peccatori »: denunciare l’immobilismo della gerarchia ecclesiastica. «Nemmeno con l’elezione di papa Francesco – attacca l’ex prete – ci sono stati dei cambiamenti, si è solo un po’ più prudenti. Nella concretezza però si tenta di nascondere. Si cambierà solo quando ci sarà la volontà di denunciare, anche in procura, chi si macchia di un reato così infamante: bisogna pensare che c’è una vittima che deve avere giustizia e non solo delle poltrone o dei poteri da difendere. Da noi non c’è la volontà di far emergere certi fatti ». E quando deve descrivere il prototipo del prete-pedofilo, Sante Sguotti tratteggia «il prete perfetto: quello che si presenta in pubblico come il miglior sacerdote possibile. L’insospettabile». Non mancheranno le polemiche. (Corriere della Sera, 03 febbraio 2015)

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