Con attenzione e dedizione,
l’autore racconta il cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo; lo fa con
la cura tipica di chi lo ha servito con impegno in qualità di direttore, di chi
si è speso con energia e responsabilità, conscio che il camposanto rappresenta il
luogo dell’ultimo riposo di persone che hanno avuto una vita, hanno amato e
che, a loro volta, sono stati amati. Proprio per questo Franco racconta e “fa
raccontare” questo sacro luogo ai defunti, quelli che “abitano” questo
Residence, compresi i suoi congiunti che, con affetto, immagina abitare questo
luogo. Gli abitanti di questo Residence raccontano anche se stessi, e, dalle loro
parole, traspare, chiarissima, tutta la vicinanza e la tenerezza con cui
l’autore guarda a coloro che non sono più su questa terra, ma fanno parte di
una “nuova dimensione”.
Francesco Marchese,
conosciuto come Franco, nasce nel 1955 a Villabate (PA). Piccolissimo si
trasferisce con la famiglia a Palermo. Cresciuto tra i Carmelitani Scalzi di
Santa Teresa alla Kalsa e impegnato sin da giovane con l’Azione Cattolica nel
volontariato, inizia a lavorare come educatore presso l’Opera Pia Solarium; si impegna anche con spettacoli parrocchiali e, durante
uno di questi, conosce Paola, che sposa nel 1983. Dal loro matrimonio nascono
tre figli: Valentina, Vincenzo e Giovanni. Dal 1996 Franco sarà dipendente del
Comune di Palermo finendo la sua carriera ai Servizi Cimiteriali fino a
diventarne Direttore, mentre la moglie, insegnante di Scienze al Vittorio
Emanuele (dove ebbe la gioia di essere collega del beato don Pino Puglisi),
sarà poi trasferita all’itis Alessandro Volta. Nel luglio del 2000, dopo aver lottato a
lungo contro il cancro, resta vedovo: Paola muore all’età di 40 anni, amata dai
suoi alunni. La sua ultima scuola le dedicherà il laboratorio che con ostinazione
volle costruire e attrezzare.
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