«Mi ha spinto a scrivere il bisogno di
comunicare le emozioni che tante volte, nei giorni trascorsi in Africa, mi
hanno scosso l’animo, nel bene e nel male. Sensazioni difficilmente esprimibili
sulla carta, ma sicuramente scolpite nel cuore di chi, almeno una volta, si è
trovato in quelle terre lontane. Ho sentito il bisogno di quei tanti uomini,
neri o bianchi che siano, conosciuti nel mio vagabondare sulle piste africane,
uomini e naturalmente anche donne, che hanno dedicato interamente la loro vita
a questa terra che quasi sempre li ha ripagati offrendo loro il fascino dei
suoi “ritmi d’amore”. Ricorderò proprio questi uomini e le situazioni in cui li
ho conosciuti, ma principalmente cercherò di capire io stesso, mentre ve ne
parlo, il segno che hanno lasciato nel mio animo. Cercherò di scoprirlo insieme
a voi...».
Alfio Gennaro, palermitano, medico
specialista ginecologo, esperto di etnoantropologia africana e medicina
tropicale, da oltre 28 anni viaggia in Africa nelle regioni più remote venendo a
contatto con le tribù più primitive. Ha collaborato con il Touring Club
Italiano e il Touring Club Suisse rispettivamente per l’aggiornamento di
“Africa facile e no” e “Transafrique”. In occasione della Medivacanze 1984 ha
allestito una mostra etnologica e presentato alcuni documentari cinematografici
di suoi viaggi africani, sponsor la British Leyland. Presso il Laboratorio d’If
in collaborazione con Lega Ambiente e Cooperazione Internazionale Sud Sud ha
presentato i cortometraggi L’inquinamento del fiume Athi e L’Occidente inquina
l’Africa (Kenia 1987). Da nove anni si occupa quasi esclusivamente delle
tradizioni e dei popoli dell’Etiopia su cui sta realizzando dei cortometraggi.
Su una sua spedizione nella valle del fiume Omo Bottego (Etiopia meridionale –
confine Sudan) è stato recentemente pubblicato un libro (Father, Abba, Padre,
Gaefra Editore). Ha concluso la sua esistenza lavorando in Africa negli ultimi
anni per Medici senza frontiere.
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