“È [...] maturo il tempo per
raccogliere l’esigenza posta da una rete di studiosi, avvocati, giornalisti,
operatori nel campo del sociale e della prevenzione investigativa, operante a
Palermo e altre sedi [...] di affrontare una questione che non può cadere
nell’oblio, quella delle verità nascoste, ancora da rendere chiare e
dichiarate, su tanti, troppi assassinii e stragi. L ’esigenza di ricostruire,
in questo caso, la trama storica che dall’assassinio di Aldo Moro si dipana
fino a quelli di Piersanti Mattarella e Pio La Torre, l’intreccio di mafia,
politica e affari che ha attraversato non solo la Sicilia. Un impegno civile
dunque, direi un doverecivile che non può non accompagnarsi ai doveri
dell’insegnamento e della ricerca, quello di offrire conoscenze ai giovani per
una loro crescita consapevole, affinché sappiano che vivono in una società
nella quale non tutti si sono arresi al silenzio e che studiano in
un’università nella quale con libertà, senza interessi di parte politica e in
modo pluralistico è possibile tentare risposte alle contraddizioni che
attraversano il contemporaneo”. (dalla Presentazione
di Antonio Pioletti)
“Il lavoro che si è [...]
svolto [...] è un tributo alla memoria e alla verità, senza le quali nessuna
comunità civile può essere sicura della propria stabilità e dell’agibilità
[...] dei propri spazi, dei diritti e delle libertà che essi custodiscono [...]
e intende essere un contributo a tale, doverosa e imprescindibile, ricerca
della verità. Esso investe una particolare stagione della storia italiana
[...]. Quella che si situa cronologicamente tra la fine degli anni Settanta e i
primissimi anni Ottanta, durante i quali sono all’opera [...] in certi ambiti
più aperti del mondo politico dinamiche di trasformazione progressiva, di
dialogo, di riconoscimento e legittimazione tra forze e soggetti ugualmente
interessati alla qualità e all’effettività della democrazia in Italia. [...]
Piersanti Mattarella e Pio La Torre sono stati tra gli interpreti [...]
moralmente più risoluti di quella stagione della storia e della politica
italiana e hanno elaborato [...] la densa eredità che si collega al nome di
Aldo Moro. Per tale ragione, i saggi di questo volume interrogano alcuni
profili che riguardano l’attività di quei due importanti politici siciliani in
raccordo a quanto, negli anni in cui essa si andava svolgendo, accadeva ai
massimi livelli della politica nazionale. Le ragioni che hanno animato la vita
di Mattarella e di La Torre e che ne hanno, assai verosimilmente, causato la
morte, non possono, infatti, essere comprese al di fuori di una chiara e
distinta delucidazione del contesto”. (dall’Introduzione
di Ernesto De Cristofaro)
Ernesto De Cristofaro(1972),
laurea in Giurisprudenza (Università di Catania, 1994), laurea in Filosofia
(Università di Venezia, 2001), dottorato di ricerca in “Profili della
cittadinanza nella costruzione dell’Europa” (Università di Catania, 2005).
Borsista presso il Max-Planck-Institut für europäische Rechtsgeschichte di
Frankfurt am Main (2004, 2009) e Visiting scholar presso la Lloyd Robbins
Collection dell’Università della California-Berkeley (2004, 2006). È ricercatore
confermato di Storia del diritto medievale e moderno presso il Dipartimento di
Giurisprudenza dell’Università di Catania. Negli anni accademici 2014-15 e
2015-16 ha insegnato Diritto comune e Storia del diritto medievale e moderno
presso l’Università di Messina. Negli anni accademici 2014-15 e 2015-16, presso
il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, ha coordinato il
laboratorio di ateneo sul tema: Genesi e trasformazioni degli strumenti
normativi di contrasto alle associazioni mafiose. Ha scritto su «Segno»,
«Rechtsgeschichte», «Quaderni fiorentini», «Materiali per una storia della
cultura giuridica moderna», «Belfagor», «Discipline filosofiche», «Sociologia
del diritto», «Snodi. Pubblici e privati nella storia contemporanea», «Laboratoire
italien», «Micromega – Il rasoio di Occam», «Il mestiere di storico», «Journal
of Constitutional History», «Siculorum Gymnasium», «Cahiers poitevins
d’Histoire du Droit». Ha curato: Barcellona P ., De Giorgi R., Natoli S., Fine
della storia e mondo come sistema (Dedalo 2003); Precursori dello sterminio.
Binding e Hoche all’origine dell’“eutanasia” dei malati di mente in
Germania(Ombre Corte 2012; con Carlo Saletti), Il domicilio coatto. Ordine
pubblico e politiche di sicurezza in Italia dall’Unità alla Repubblica (Bonanno
2015). Ha scritto: Sovranità in frammenti. La semantica del potere in Michel
Foucault e Niklas Luhmann (Ombre Corte 2007), Codice della persecuzione. I
giuristi e il razzismo nei regimi nazista e fascista(Giappichelli 2008), Il senso
storico della verità. Un percorso attraverso Foucault (Il Melangolo 2008).
Con scritti di:
Antonio Pioletti, già
professore ordinario di Filologia romanza, preside della Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere e prorettore dell’Università di Catania.
Nicola Tranfaglia, professore
emerito di Storia dell’Europa e di Storia del giornalismo. Stefania Limiti,
giornalista, saggista.
Adriana Laudani, avvocato,
deputato all’ARS (Assemblea regionale siciliana) dal 1976 al 1991. Giuseppe Lo
Bianco, giornalista, saggista.
Armando Sorrentino, avvocato,
saggista.
Andrea Purgatori, giornalista,
saggista, sceneggiatore.
Antonino Di Matteo, sostituto
procuratore presso la Direzione nazionale antimafia.
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