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lunedì 24 maggio 2010

Recensione del volume di Bruno Rondini, “Voci e presenze” (Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 9,90)



“IL FIGLIO ORFANO DELLO SQUADRISTA”
Recensione del volume di Bruno Rondini, “Voci e presenze” (Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 9,90)
di Amelia Crisantino (La Repubblica, 23 maggio 2010)

IN VOCI E PRESENZE Bruno Rondini ripercorre la propria storia, provando a mettere in fila i tanti incontri e le scelte che alla fine hanno strutturato la sua personalità. L'autobiografia mantiene sempre il tono lieve e saggio di chi si sente in pace col mondo, i protagonisti animano minime vicende dove tutto sembra degno d'essere annotato. «Nacqui con un bombolone in testa» esordisce Rondini, figlio di quelli che definisce due giovani scapestrati. La madre era stata sorpresa dalle doglie in una sala da ballo, il padre aveva ereditato il posto di dipendente Shell dal suo politicizzato genitore, che era squadrista fascista. L'infanzia del piccolo Bruno trascorre serena, sino al giorno in cui il padre perde la vita in un incidente con la moto. La spensieratezza diventerà solo un ricordo, le persone e le cose si arricchiscono di nuovi significati.
Adesso il bambino dolorosamente conosce quanto le certezze siano fragili, diventerà adulto mentre i particolari si incidono nella sua memoria. Dall'infanzia emerge il vissuto comune a tutta una generazione, quella dei cinquantenni di oggi, che per ultimi hanno vissuto in un'Italia premoderna. E forse riconoscono la piccola merceria descritta da Rondini: dove una vecchina vendeva tutto il necessario per la scuola, e anche dei pesciolini di liquerizia, «con dieci lire se ne comperavano dieci». E si poteva anche comprare «un panino con una tavoletta di cioccolata, con sole dieci lire!».

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