tag:blogger.com,1999:blog-143110121614339532.post6844691884641685120..comments2024-03-24T12:43:33.354-07:00Comments on Edizioni La Zisa: Catarsi in versi in libreria! Tregor Russo, “Catarsi redentrice. Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 56, euro 9,90 (ISBN 978-88-31990-03-5) Edizioni La Zisahttp://www.blogger.com/profile/02986183602176549305noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-143110121614339532.post-65389434675705914102018-10-06T09:03:53.579-07:002018-10-06T09:03:53.579-07:00Russo, celebrato artista poliedrico, che fonde in ...<br />Russo, celebrato artista poliedrico, che fonde in uno raro e splendido connubio, l’espressione viva del suo vivere l’arte: scrittore non massificato, dai tratti autenticamente originali, per tecnica e contenuti, e cultore acuto, estremo e raffinato dell’arte dei versi.<br />Nella silloge "Catarsi Redentrice " Russo ha distillato purezze emozionali in solfeggi di versi sciolti, arricchiti da un’armonia di respiro universale.<br />L’essenzialità profonda ed intimistica della poesia di Tregor Russo la si intravede sin nella foto che anima la copertina della silloge.<br />È l'anastilosi di Solunto, in cui nudità essenziali, dolorose, fanno da contrappunto ad una quotidianità metafisica, espressa in un semplice e simbolico tempio in rovina, che immortala la profondità dello scatto con l'autore stesso in posa che ne esalta la tragicità.<br />Quello scatto è una finestra nell’anima, il fotogramma di un disagio doloroso, scolpito nel nero-profondo della roccia con la sua anima<br />Uno strano matrimonio quello tra il dolore dell’uomo e la grandiosità della natura: Tregor Russo ama la sua terra, soffre per essa e la sua musa lirica si nutre direttamente ed attinge sacralmente al genius loci, di cui diventa vestale fedele e custode appassionata dell’oikos d’ellenica effige.<br />Non c’è una semiologia unica nei versi, ma, seguitando il pensiero del filosofo, nulla di ciò che riguarda l’uomo è estraneo al poeta, il vissuto emozionale – creta informe – diventa magma da plasmare, lava stratificata dalla memoria, che talvolta lambisce e talvolta travolge il senso stesso della vita universale. Nella poesia di Russo c’è la condanna alla “nostra insulsa indifferenza”, c’è la mano tesa ai “neri invisibili”.<br />C’è la Magna Grecia, c’è la Sicilia, c’è il mare, c’è una natura ed un paesaggio meraviglioso che diventa rifugio, guaritore e panacea dell’animo umano, tempio indissolubile, ma anche timore per l’“amaro evolversi” dove riecheggia, acuta, l’eco ancestrale delle foscoliane e fatali magnifiche sorti e progressive che pure Russo reinterpreta in più punti con l’insistente richiamo alla cosmologia, resiliente metafora del male di vivere.<br /> Il tazebao poetico di Russo diventa tela bianca in cui fissare ritmi e sinfonie policrome, all’insegna del più puro spirito espressionistico, in cui la realtà è fortemente caratterizzata ed enfatizzata da colori e scene dolorose e violente, che, come in un agone prometeico, danzano “dentro un fuoco di lava”.<br />In questi tratti emerge la passionalità assolutizzante di Tregor Russo che, in tema d’amore, non ammette compromessi.<br />La Catarsi Redentrice diventa metafora dell’amarezza del sentimento inespresso.<br />Ma se l’amore è dolore, è allo stesso tempo speranza che dà voce alla memoria ed ai rimpianti. <br />Così è per il dolce ritratto della madre, forte e delicato.<br />Anche l'amore diventa per il poeta un aspro terreno di scontro in cui dolore e destino non risparmiamo fendenti, talora mortali. <br />Le poesie della silloge sono, perciò, calde digressioni, variazioni sull’empatia universale, venate da malinconica e struggente saudade di cui pure, per la nascita siciliana, la vena poetica di Tregor Russo deve averne parte.<br />Nella consapevole fuggevolezza dell’esistenza “breve” e nella coscienza della precarietà del domani, il poeta si rivolge alla coscienza collettiva della sua città natale per esorcizzare, con un ferale monito a non piangerlo, l’”inavvertito congedo” di chi “vive il dolore”.<br />Lo stesso topos, sommo e tragico, lo ritroviamo nella lirica dedicata al padre "Sull'Orlo del Crepuscolo".<br />L’esiziale fine della vita, il tema della morte-distacco-abbandono che passa addosso, ineluttabile e crudele, costringono Tregor Russo a cercare spazi da riempire con sentimenti veri, che veicola per il lettore, con messaggi subliminali per sconfiggere l’”angoscia dell’attesa” , egli dà al lettore un filo d’arianna, un viatico spirituale.<br />Il Tramonto è l’archetipo naturistico, l’ossimoro poetico di Tregor Russo: è la linfa della terra, vita e distruzione, ma è anche tomba, custodia ancestrale, culla-bozzolo.<br />by Steven FerresiAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/09105331949074721582noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-143110121614339532.post-24719718086935694382018-08-13T05:41:50.132-07:002018-08-13T05:41:50.132-07:00https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=...https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=285631752180611&id=100022013641365Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/08143524038463421745noreply@blogger.com